Il geranio e altre storie by Flannery O’Connor

Il geranio e altre storie by Flannery O’Connor

autore:Flannery O’Connor [O’Connor, Flannery]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimumfax


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Il cuore del parco

Quella mattina, al risveglio, Enoch Emery capì che sarebbe arrivata la persona alla quale avrebbe potuto farla vedere. Glielo diceva il sangue. Aveva la saggezza nel sangue, come suo padre.

Alle due di quel pomeriggio vide arrivare il collega che faceva il secondo turno di guardia. «Hai solo quindici minuti di ritardo», disse, con voce stizzita. «Però io sono rimasto lo stesso. Potevo andarmene ma sono rimasto». Indossava una divisa verde con filettature gialle sul colletto e sulle maniche e una striscia gialla sull’esterno di ciascuna gamba dei pantaloni. La stessa divisa ce l’aveva il collega assegnato al secondo turno di guardia, un ragazzo con la faccia sporgente e uno stuzzicadenti in bocca. Il cancello davanti al quale si trovavano era di sbarre di ferro e l’arco di cemento che lo sosteneva era forgiato in modo da rappresentare due alberi: rami incurvati a formare la cima, dove lettere intrecciate recitavano PARCO FORESTALE CITTADINO. Il guardiano del secondo turno si appoggiò a uno dei tronchi e iniziò a frugarsi tra i denti con lo stecchino.

«Ogni giorno», si lamentò Enoch; «ogni santo giorno perdo quindici minuti buoni ad aspettarti».

Ogni giorno, quando smontava di guardia, entrava nel parco, e ogni giorno che entrava nel parco faceva le stesse cose. Prima andava alla piscina. Aveva paura dell’acqua ma gli piaceva sedersi sull’argine sovrastante se c’erano delle donne, e mettersi a guardarle. Ce n’era una che veniva ogni lunedì e indossava un costume con uno spacco sui fianchi. All’inizio credeva che lei non lo sapesse, e invece di guardarla apertamente dall’argine sgattaiolava tra i cespugli, ridacchiando tra sé, e la osservava da lì. Non c’era nessun altro in piscina – la folla non arrivava mai prima delle quattro – che le dicesse degli spacchi, e lei sguazzava nell’acqua e poi si sdraiava sul bordo della piscina e dormiva per quasi un’ora, sempre senza minimamente sospettare che ci fosse qualcuno tra i cespugli che la osservava. Poi, un altro giorno, un giorno in cui si era trattenuto un po’ più a lungo, vide tre donne, tutte con spacchi nel costume, la piscina gremita di gente, e nessuno che badasse al loro aspetto. Per questo la città continuava sempre a sorprenderlo. Andava da una puttana quando ne aveva voglia, ma continuava a scandalizzarsi per il lassismo che vedeva attorno a sé, nella vita pubblica. Strisciava tra i cespugli, spinto da un senso di decoro. Molto spesso, le donne si tiravano giù le spalline del costume e si sdraiavano a gambe spalancate.

Il parco era il cuore della città. Era arrivato in città e – con una consapevolezza nel sangue – si era stabilito nel suo cuore. Ogni giorno guardava il cuore della città; ogni giorno; ed era così stordito e in soggezione e sopraffatto che il solo pensiero lo faceva sudare. C’era qualcosa, al centro del parco, che lui aveva scoperto. Era un mistero, anche se si trovava proprio lì, in una teca di vetro, sotto gli occhi di tutti, con un cartellino scritto a macchina con tutte le informazioni in merito.



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